Innocente. Una storia vera

Innocente. Una storia vera
John Grisham

Mondadori, pubblicato nel 18 gennaio 2011
332 Pagine

Quella presente in "Innocente" è una storia che ha affascinato John Grisham subito dopo averla letta sul giornale, e lo ha interessato così tanto da recarsi personalmente sul posto, parlare con le persone coinvolte nel caso, dalle sorelle del protagonista, al giudice, ai poliziotti.

È una storia vera. Una storia di un clamoroso errore giudiziario che arriva a mettere in discussione l'intero sistema legale americano.

Siamo negli anni '80, nella cittadina di Ada, in Oklahoma, dove la tranquillità del posto viene stravolta dall'omicidio di Debbie Carter.
Il corpo viene ritrovato da un'amica, insanguinato e con scritte poco decifrabili. La polizia focalizza il suo interesse nei confronti di Ron Williamson, che viene subito indagato nonostante la mancanza di prove. Ron Williamson è un personaggio già noto alle forze dell'ordine per la sua vita al limite: un'ex promessa del baseball rovinato da un infortunio, disturbato da problemi mentali e dalla dipendenza da alcol e droghe. Williamson verrà processato, arrestato e successivamente condotto nel braccio della morte, ad un passo dall'esecuzione, nonostante continui a confermare la propria innocenza.

L'autore ripercorre fedelmente dall'inizio la vita di Ron Williamson, il cui punto chiave è il fallimento nella carriera del baseball, che segna l'inizio di una lunga discesa nel baratro. Seguono denunce per stupro, fermi per guida in stato d'ebbrezza, cure psichiatriche per diversi disturbi diagnosticati, dalla depressione al bipolarismo. Insomma, il quadro di un perfetto psicopatico che non agevola la sua posizione di indagato per omicidio.

L'arresto è la ciliegina sulla torta per una vita già in bilico, e l'autore ne descrive puramente i fatti. Per questo motivo all'interno del romanzo ritroviamo poco sentimento, ma è una strategia utilizzata appositamente per dare l'idea di una successione obiettiva di fatti. Non ci sono giudizi, non ci sono emozioni, ma Grisham elenca in maniera minuziosa e dettagliata tutto quello che è avvenuto dentro un errore giudiziario.
Sebbene Ron sia risultato infine innocente e scagionato, inizialmente non sono riuscita a provare empatia per lui, il suo passato è segnato comunque da crimini, e non risulta quindi un "povero innocente".

Dopo la metà del romanzo le sensazioni provate fino a qui si sono ribaltate completamente, piano piano in me si è fatta strada la compassione per un uomo certamente complicato, colpevole sicuramente di altri reati, ma non è l'assassino che la giustizia dipinge. Un uomo impotente nei confronti del sistema giudiziario che aveva già deciso a priori la sentenza, che non ha risparmiato abusi di potere e psicologici. Verso la fine del romanzo le emozioni iniziano a modificarsi e a evolversi, le descrizioni del braccio della morte mettono i brividi, e assistere al tracollo di Ron provoca una pena incredibile. Il trattamento riservato ai detenuti nel braccio della morte è deplorevole.

Vorrei ultimamente spendere due parole per il grande lavoro dell'autore per la realizzazione di "Innocente". È stata un ricostruzione dei fatti impeccabile, Grisham si è messo in gioco come mai (probabilmente) aveva fatto per un suo libro. Ha visto con i propri occhi i posti, ha toccato con mano documenti, ha parlato e intervistato ogni persona coinvolta nel caso, e il risultato è una storia incredibile e assolutamente da conoscere.

Innocente. Una storia vera
John Grisham

Mondadori, pubblicato nel 18 gennaio 2011
332 Pagine

Quella presente in "Innocente" è una storia che ha affascinato John Grisham subito dopo averla letta sul giornale, e lo ha interessato così tanto da recarsi personalmente sul posto, parlare con le persone coinvolte nel caso, dalle sorelle del protagonista, al giudice, ai poliziotti.

È una storia vera. Una storia di un clamoroso errore giudiziario che arriva a mettere in discussione l'intero sistema legale americano.

Siamo negli anni '80, nella cittadina di Ada, in Oklahoma, dove la tranquillità del posto viene stravolta dall'omicidio di Debbie Carter.
Il corpo viene ritrovato da un'amica, insanguinato e con scritte poco decifrabili. La polizia focalizza il suo interesse nei confronti di Ron Williamson, che viene subito indagato nonostante la mancanza di prove. Ron Williamson è un personaggio già noto alle forze dell'ordine per la sua vita al limite: un'ex promessa del baseball rovinato da un infortunio, disturbato da problemi mentali e dalla dipendenza da alcol e droghe. Williamson verrà processato, arrestato e successivamente condotto nel braccio della morte, ad un passo dall'esecuzione, nonostante continui a confermare la propria innocenza.

L'autore ripercorre fedelmente dall'inizio la vita di Ron Williamson, il cui punto chiave è il fallimento nella carriera del baseball, che segna l'inizio di una lunga discesa nel baratro. Seguono denunce per stupro, fermi per guida in stato d'ebbrezza, cure psichiatriche per diversi disturbi diagnosticati, dalla depressione al bipolarismo. Insomma, il quadro di un perfetto psicopatico che non agevola la sua posizione di indagato per omicidio.

L'arresto è la ciliegina sulla torta per una vita già in bilico, e l'autore ne descrive puramente i fatti. Per questo motivo all'interno del romanzo ritroviamo poco sentimento, ma è una strategia utilizzata appositamente per dare l'idea di una successione obiettiva di fatti. Non ci sono giudizi, non ci sono emozioni, ma Grisham elenca in maniera minuziosa e dettagliata tutto quello che è avvenuto dentro un errore giudiziario.
Sebbene Ron sia risultato infine innocente e scagionato, inizialmente non sono riuscita a provare empatia per lui, il suo passato è segnato comunque da crimini, e non risulta quindi un "povero innocente".

Dopo la metà del romanzo le sensazioni provate fino a qui si sono ribaltate completamente, piano piano in me si è fatta strada la compassione per un uomo certamente complicato, colpevole sicuramente di altri reati, ma non è l'assassino che la giustizia dipinge. Un uomo impotente nei confronti del sistema giudiziario che aveva già deciso a priori la sentenza, che non ha risparmiato abusi di potere e psicologici. Verso la fine del romanzo le emozioni iniziano a modificarsi e a evolversi, le descrizioni del braccio della morte mettono i brividi, e assistere al tracollo di Ron provoca una pena incredibile. Il trattamento riservato ai detenuti nel braccio della morte è deplorevole.

Vorrei ultimamente spendere due parole per il grande lavoro dell'autore per la realizzazione di "Innocente". È stata un ricostruzione dei fatti impeccabile, Grisham si è messo in gioco come mai (probabilmente) aveva fatto per un suo libro. Ha visto con i propri occhi i posti, ha toccato con mano documenti, ha parlato e intervistato ogni persona coinvolta nel caso, e il risultato è una storia incredibile e assolutamente da conoscere.
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